Sostenibilità

Come ti stronco il critico in un’orgia di assaggi

Piatti pesanti e barocchi, vini corposi e quaranta gradi all’ombra: questa la dura vita di chi osa mangiare al ristorante in piena estate

di Paolo Massobrio

Datemi un Lambrusco per favore. Datemi da bere qualcosa di fresco, perché non se ne può più di certi barocchismi sui piatti, dei vini abbinati dallo chef, che se ne infischia se fuori fa caldo, caldo da morire. Io sono una vittima, e ora mi sfogo. Lo sono perché quando il ristoratore riconosce il critico – benché il sottoscritto abbia cercato di passare inosservato, prenotando in incognito – lo chef lo tempesta di «assaggi questo bicchiere», e immancabilmente, a fine cena, sui dolci, prima di rimettersi in viaggio in auto a rischio punti se non ritiro patente, ecco il passito da urlo che ti stronca. Io credo che certi chef abbiano perso la trebisonda. Non sanno più cos?è il piacere di un pomodoro fresco e ben condito, di un bicchiere di Lambrusco di Sorbara che col caldo è quasi un toccasana, una benedizione. Lo avrei baciato in fronte (sulla sua bandana colorata) quando Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia, mi offrì un pane appena abbrustolito con dell?olio extravergine di oliva marchigiano saporoso. Il gusto della semplicità credo appartenga ai grandi chef, che non sono quelli del barocco o che ti mettono montagne di ingredienti su un piatto dai nomi incomprensibili. Eppure nei ristoranti c?è ancora la rigidità mentale delle carte dei menu e dei vini fotocopia, delle griffe importanti come se quei nomi e quei prezzi rendessero importante il ristorante stesso. Ma non si stanno accorgendo che i locali sono sempre più vuoti? Che la gente è ipernutrita, e che, soprattutto, ha voglia di ritornare a spendere il giusto? Perché il Lambrusco non c?è ancora nelle carte dei vini? Forse perché si può ricaricare poco? Vabbè, io il mio posto del cuore l?ho trovato. Sta nell?Oltrepò Pavese, sopra Stradella, a Montecalvo Versiggia. Si chiama La Verde Sosta, e la Bonarda vivace me la servono fresca, accanto alle loro paste ripiene, alla coppa con lo gnocco fritto, all?anatra con le ciliegie. Costa così poco far felici gli altri, in una sera di prima estate, dopo una giornata di lavoro…


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